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Mulino Ruatti - Pracorno di Rabbi
NOTIZIE STORICHE
L'impianto della chiesetta di S. Agnese, così come ora ci appare, risale
probabilmente a pochi anni prima del 1476 e fu comunque riedificata
sopra l'antica chiesa di cui si ha notizia in un documento del 1307.
Incaricato alla riedificazione quattrocentesca è il muratore Domenico
del lago di Como. Nei manoscritti custoditi nella canonica di Tres,
riguardanti una lunga controversia, compare il nome di questo
muratore e risulta che nel 1476 erano già da tempo state cavate le
pietre occorrenti per la riedificazione. Con il termine riedificazione si
intendevano comunque, così come per molti altri edifici analoghi,
anche grandi lavori di ampliamento e soprelevazione. Non sappiamo
quindi quanto fu mantenuto dell'antica chiesa romanica e quanto fu
invece "novellamente rifabbricato" verso la metà del 1400.
Appena posteriori a quest'epoca sono gli affreschi interni ed il quasi
scomparso S. Cristoforo esterno, attribuiti ai pittori Giovanni e Battista
Baschenis de Averaria, che portano le date 1473 (Ultima Cena) e 1476
(altare a sinistra).
E' stato probabilmente in occasione di questi importanti lavori di riedificazione che la chiesa fu dedicata a S. Agnese, mentre nei documenti precedenti la troviamo nominata come chiesa di S. Maria Maddalena e, a cavallo dei secoli XV e XVI, dedicata congiuntamente alle due Sante.
All'esterno dell'abside vi è anche un affresco, ora parzialmente coperto dal volume della sagrestia, che raffigura una Madonna con il Bambino. (Baschenis ? )
Nel 1537 il Suffraganeo del Principe Vescovo Bernardo Clesio concede alla chiesa il fonte Battesimale; si può quindi supporre che la chiesa in quegli anni non soltanto fosse terminata e affrescata ma anche dotata i tutti gli arredi necessari e che l'immagine dell'antica chiesa romanica avesse definitivamente lasciato il posto a quella gotica.
Nel 1552, anno in cui la chiesa viene eletta a curazia, sono presenti a Tres e lavorano alla chiesa tre muratori comacini, che avevano già lavorato a Cles e in altre chiese dell'Anaunia attuando i rinnovamenti nell'architettura sacra promossi dal Clesio e dalle sue idee "rinascimentali".
Intorno al 1552 vengono quindi eseguiti ulteriori lavori alla chiesa che, ormai divenuta curazia, doveva guadagnare ancora in bellezza ed importanza.
Risale forse a questo periodo la costruzione dell'alto e massiccio campanile, giustificato per dimensioni ed imponenza appunto dall'elezione a curazia.
Quest'ipotesi sarebbe sostenuta dalla datazione di Mons. Paolo Zadra che fa risalire l'erezione del campanile al 1576 e dal raffronto con il campanile dell'arcipretale di Taio, simile per immagine, materiali e tecnologie costruttive e datato per certo 1531 su una lapide marmorea. Nel novembre del 1617 Pietro Belli, Suffraganeo del Principe Vescovo Madruzzo consacra un altare a S. Maria Maddalena e ordina per questa chiesa, come per molte altre delle Valli del Noce, un battistero coperto da una piramide ed una nuova pala per l'altare maggiore. Nel 1742, quasi duecento anni dopo gli ultimi importanti lavori (quelli del 1552) risulta l'intenzione di intervenire nuovamente sulla fabbrica e in questa occasione si dovrà rifare anche il tetto. Non sappiamo se questi lavori vennero fatti o meno, ma nel 1795 un incendio, che interessò numerosi edifici di Tres, danneggiò gravemente il campanile e la chiesa.
L'edificio è quindi nuovamente interessato da lavori di restauro alla fine del XVIII secolo ma non fu più curazia.
Nel 1877 è stato rifatto il pavimento della navata e del coro. Un restauro degli affreschi è stato eseguito in questo secolo dalla Sovrintendenza di Trento.
DESCRIZIONE DELL'EDIFICIO
Regolarmente orientata, la chiesa di S. Agnese in Tres è situata in una posizione suggestiva e panoramica.
Questa chiesa presenta alcuni elementi tipici degli edifici sacri delle Valli del Noce: il ripido tetto in scandole che definisce l'accentuato timpano sulle due facciate perpendicolari all'asse della navata, l'alto campanile coperto a piramide, l'abside poligonale che accoglie, all'esterno, l'affresco del S. Cristoforo.
Tuttavia i particolari architettonici, la ricchezza negli affreschi interni e nelle lavorazioni, l'aggregazione dei vari volumi contribuiscono a caratterizzare fortemente l'edificio rendendolo in qualche modo singolare ed estremamente interessante sotto il profilo storiografico.
L'attuale struttura della chiesa è data, come risulta dalle notizie storiche precedenti, da modificazioni e ampliamenti che si sono susseguiti nei secoli.
Se alcune date che riguardano gli affreschi e le consacrazioni sono certe, per le trasformazioni dell'impianto architettonico dell'edificio si possono avanzare solo ipotesi che potranno trovare conferme o smentite esclusivamente durante i lavori di restauro e consolidamento. Dopo i lavori di riedificazione fatti alla fabbrica nel 1476 si presume che la chiesa avesse un perimetro rettangolare interrotto solo dall'abside poligonale con volta stellata e si presume pure che l'aula non fosse voltata ma presentasse, come del resto la maggior parte degli edifici sacri del tempo, una copertura lignea sorretta da capriate.
Sicuramente non vi erano la sagrestia e la cappella laterale, mentre possiamo solo ipotizzare l'assenza del campanile e un allungamento dell'unica navata. Secondo quest'ipotesi, supportata dal fatto che alcuni affreschi sono interrotti in prossimità delle mezzecolonne e dell'arcosanto, la chiesa fu successivamente voltata, creando quattro campate e una struttura a rete e costoloni per la navata Furono aggiunte in questa occasione le mezzecolonne cilindriche, con basi ottagonali e capitelli a cordoncino e i peducci indispensabili per la costruzione dell'avvolto.
A questa fase di costruzione seguono le aggiunte dei rimanenti elementi.
La sagrestia affiancata successivamente all'abside viene raccordata con la copertura dell'abside stessa coprendo in parte l'affresco esterno della Madonna con il Bambino. In occasione della costruzione della sagrestia viene tamponata una finestra ad ogiva dell'abside (visibile nel sottotetto della sagrestia) e si apre nella parete a destra un foro per il pulpito.
Il campanile, appoggiato alla facciata principale e in asse con la navata, contribuisce a rafforzare la suggestiva immagine della chiesa.
Questo volume, edificato quindi sicuramente in un momento successivo alla chiesa, copre gran parte della facciata innalzandosi massiccio per tre piani con monofore nella cella campanaria e alla sommità una copertura piramidale.
L'accesso alla chiesa attraverso il bel portale in pietra lavorata con foglie e bugnati è premesso da un portico voltato a tutto sesto alla base del campanile. Per quanto riguarda la cappella che si apre sulla parete a sinistra, in corrispondenza della terza campata e di fronte all'ingresso laterale, non vi sono dati certi e quindi, anche per questo elemento si possono soltanto avanzare delle supposizioni: l'altare di questa cappella è dedicato alla Madonna del Rosario e quindi si potrebbe ipotizzare che la costruzione di questo volume aggiunto alla navata coincida con la fondazione della confraternita del Rosario (1640) che aveva a Tres un "proprio altare" consacrato nel 1649 dal Vescovo Iesse Perchoffer.
Successiva alla costruzione della sagrestia e della cappella laterale risulta essere la datazione del muro che a Nord collega questi due volumi e che all'interno costituisce un ampliamento alla sagrestia.
Una sintetica valutazione sullo stato di conservazione della chiesa va ad interessare soprattutto le parti lignee e gli intonaci.
Il fabbricato non è interessato da gravi dissesti strutturali e quindi con il restauro si interviene sul manufatto in un momento in cui è ancora possibile arrestare l'avanzamento del degrado agendo con operazioni "delicate".
Si presenta necessario intervenire sulle coperture, particolarmente degradate, e sugli intonaci anch'essi interessati da degrado in molte parti. Necessario è anche un intervento per risolvere il problema dell'umidità di risalita che potrebbe danneggiare gli affreschi ben conservati all'interno della chiesa. I riquadri che rappresentano rispettivamente "Le nozze mistiche di S. Caterina" e "S. Orsola e le compagne", attribuiti dal Morassi a Giovanni e Battista Baschenis, sono in ottimo stato mentre gli altri presenti sia all'interno che all'esterno presentano numerosi e svariati problemi.
La data leggibile sotto lo stemma che riporta l'anno 1476 (1478?) può essere riferita all'intero ciclo mentre gli affreschi raffiguranti il Cristo Pantocratore e l'ultima cena appartengono forse all'antica chiesa.(vedi relazione e documentazione fotografica riguardante lo stato di conservazione e le proposte di intervento relative al restauro degli affreschi interni ed esterni)
Altri interventi, pure necessari, sono quelli sull'arredo ligneo, sui serramenti, sul ferro intaccato dalla ruggine.
MURATURE
Come già accennato in precedenza lo stato attuale delle murature non necessita di interventi importanti
o rilevanti. L'edificio non presenta grossi problemi strutturali ne a livello fondazionale ne per quanto
riguarda le murature e la volta. I problemi che si riscontrano sulle murature, sia per quanto riguarda lo
stato fessurativo che di degrado sono tutti circoscrivibili a fatti particolari e cause ben individuate.
Per quanto riguarda le murature quindi, dato che non sono previsti interventi generalizzati sull'edificio
nel suo complesso, si procede trattando caso per caso i problemi specifici.(vedi foto A1-6 e perizia
geologica-geotecnica allegata alla presente relazione)
Ricostruzioni: gli interventi di ricostruzione delle murature riguardano solamente piccole parti che,
attualmente assenti perchè franate o sbrecciate, verranno ricostruite con pietra analoga all'antica e
legate con malta di calce. Per quanto possibile tali pietre si recupereranno sul posto.
Questo intervento di ricostruzione riguarda specificamente il foro di comunicazione tra il sottotetto
della navata e quello dell'abside. L'apertura presenta attualmente un crollo dell'architrave e di una
piccola porzione della muratura soprastante visibile, oltre che dall'interno, anche dall'esterno sul
prospetto Est.
Altre ricostruzioni riguardano piccole sbrecciature presenti nella parte sommitale della muratura a Nord.
In questo caso la ricostruzione, sempre con pietra analoga a quella della muratura circostante, ha lo
scopo di completare e rendere continuo l'appoggio dell'orditura principale del tetto.
Barriera chimica e drenaggio: il volume della chiesa si presenta parzialmente interrato sui lati Nord e Ovest ed Est quindi il degrado dato dall'umidità di risalita e laterale interessa sicuramente parte delle murature dell'edificio.
Il livello del terreno esterno, nella zona Ovest della chiesa, è di circa 120 cm. al di sopra del livello del pavimento interno. Da questo punto il terreno scende verso Est fino ad arrivare, nella zona dell'abside e della sagrestia, ad un livello inferiore rispetto al pavimento interno. Dove il livello esterno del terreno è più alto del pavimento interno l'intonaco è molto degradato sia per infiltrazioni laterali che per l'umidità ascendente mentre dove il livello esterno è più basso di quello interno il degrado dell'intonaco risulta essere molto ridotto se non addirittura assente.
D'altra parte va considerato che la chiesa è costruita su un dosso costituito da un affioramento di rocce calcareo- marnose (noto nei comuni dei dintorni).
Il terreno soprastante la roccia è costituito da materiale cimiteriale quasi sicuramente
riportato con spessori esigui che variano da 0,5 a 1,5 mt. Si considera inoltre che lungo
il perimetro della chiesa è stato eliminato il cimitero bonificando il terreno e
pavimentandone la superficie. Tutto ciò considerato e tenuto conto che nella zona non
esistono falde acquifere si può ritenere con buona sicurezza che il fenomeno dell'umidità
di risalita, se pur presente e visibile, può essere contenuto con un tipo di intervento poco
invasivo. Si ritiene perciò che in presenza di una umidità di risalita di questo tipo non si
renda necessario un intervento con canaletta drenante in calcestruzzo ma sia possibile
adottare soluzioni che in qualche modo sono considerate più "leggere". Si propone
quindi, in alternativa all'uso della canaletta in cemento appoggiata alla muratura, la
formazione di una barriera chimica coadiuvato da un drenaggio a ridosso in pietrisco.
Si ritiene quindi sufficiente l'inserimento, a circa 20 cm dalla quota del pavimento, di una
barriera chimica ( costituita da resine siliconiche opportunamente stabilizzate) continua
sulla muratura previa iniezione nella muratura della zona interessata dalla barriera
chimica di una soluzione a base di calce che ha lo scopo di compattare eventuali interstizi
in cui manca il legante. Questo per ottimizzare il funzionamento della barriera chimica oltre
che per consolidare la muratura. (vedi relazione allegata riguardante la proposta di
risanamento della muratura)
Inoltre si prevede la realizzazione di un drenaggio a ridosso ottenuto con pietrisco arido e un tubo drenante sul fondo.
Questo tubo verrà collegato allo scarico delle acque bianche comunali nel quale verranno convogliate anche le acque provenienti dai canali di gronda. Inoltre, per ovviare ulteriormente ad infiltrazioni di umidità, soprattutto sul lato Sud, e per permettere il buon funzionamento del tubo drenante si è previsto l'inserimento di un foglio di geotessile.
Demolizioni e sostituzione con struttura in legno: le demolizioni previste dall'intervento di restauro all'esterno dell'edificio riguardano unicamente due pilastrini in cemento armato visibili sul prospetto Nord.
Per questi elementi di recente realizzazione che sostengono una la banchina del tetto che copre la cappella laterale, il progetto prevede l'eliminazione e la sostituzione con una capriata il legno che sostenga in modo analogo la trave.
Asportazione di tramezzo in laterizio e ripristino della nicchia: questo intervento di demolizione interna riguarda la prima campata sinistra. Parte della muratura di questa campata risulta essere costituita da un tramezzo in laterizio che probabilmente cela una nicchia interna; inoltre l'intonaco che copre questa parte di muratura risulta essere un rinzaffo recente mentre l'originale entra nella nicchia. Il progetto prevede quindi la demolizione del tramezzo ed il ripristino dell'eventuale nicchia preesistente.
Stuccatura: l'intervento di stuccatura delle fessure superficiali e in generale non passanti riguarda sia l'esterno dell'edificio che l'interno e la volta. Questo tipo di fessura è presente su tutte le facciate soprattutto in corrispondenza delle finestre. Alcune lunghe fessure, anch'esse non passanti, percorrono in modo verticale il campanile. Questo tipo di fessure sono state probabilmente causate non tanto da un affaticamento della struttura continuato nel tempo quanto piuttosto da un evento particolare quale, ad esempio, una scossa tellurica. All'interno la volta presenta molti punti ove vi sono piccole fessura che comunque non la compromettono staticamente; vi sono inoltre alcune fessure interne in corrispondenza delle finestre gotiche.
La stuccatura delle suddette fessure verrà eseguita effettuando preventivamente una leggera asportazione dell'intonaco intorno alla fessura (massimo 10 cm.) e successivamente l'intonaco in analogia con l'esistente. La stesura di questo intonaco, verrà eseguita con frattazzo in legno.
Fissaggio sommitale: attualmente l'edificio presenta lungo tutto il perimetro un fenomeno di disaggregazione sommitale localizzata in modo uniforme sia sul limite delle murature laterali che sui due timpani. L'intervento prevede il fissaggio di questa superficie effettuato asportando dapprima le pietre mobili ed eseguendo una pulizia del legante fatiscente e dell'intonaco. Quindi si procederà rimettendo in opera le pietre originarie fissandole mediante malta di calce e sabbia effettuando un rinzaffo profondo con malta di calce che costituirà una finitura sommitale che segue il profilo attuale.
Cucitura: questo intervento è localizzato sul prospetto Sud in coincidenza del restringimento della navata. La fessura verticale è passante e visibile all'interno nella seconda campata destra. Si tratta probabilmente di una fessura data dalla debolezza strutturale d'angolo di due murature probabilmente non coeve. In questo caso l'intervento si limita ad una cucitura della muratura. Tale intervento prevede un rinforzo tramite barre incrociate previa foratura con attrezzatura a sola rotazione. Detti fori saranno del diametro di mm.30 nei quali verranno inserite le barre
Formazione di gradini: si tratta di un intervento che interessa il livello più basso del vano del campanile al quale si accede attraverso una portina che da sulla cantoria. Per accedere a questo locale, superati i tre gradini in legno esterni al campanile, si deve superare un dislivello di circa 75 cm che attualmente risulta difficoltoso in quanto non vi sono gradini ma un raccordo scavato nella muratura. L'intervento si propone di raccordare questo dislivello creando alcuni gradini in battuto di calce.
INTONACI ESTERNI
Gran parte della superficie intonacata all'esterno dell'edificio risulta essere attualmente
individuabile in due tipi prevalenti: l'intonaco del campanile probabilmente originario e
l'intonaco della chiesa.
Per quanto riguarda il campanile
abbiamo un intonaco (che se come ipotizzato risulta essere quello originale risalente al 1500)
presenta unicamente problemi di assenza e di attacco da parte di alghe e licheni. Le assenze
sono localizzate principalmente alle quote dei cornicioni marcapiano e delle finestrelle e sono
causate dal dilavamento che in questi punti è particolarmente intenso ed in particolare alla
mancanza delle stuccature della pietra che forma una via preferenziale alle infiltrazioni d'acqua.
In questo caso l'intervento prevede la reintegrazione dell'intonaco, ove assente. Tale intonaco
nuovo avrà caratteristiche sia cromatiche che fisiche analoghe all'esistente e verrà eseguito
con particolare cura usando frattazzo in legno, rispettando lo spessore di quello adiacente e
curando la zona di contatto con la pietra. Le cromie dell'intonaco saranno ricavate mediante
l'uso di coloranti naturali (terrette).
Verrà inoltre effettuata l'asportazione dei licheni e delle alghe presenti attraverso dei lavaggi
con acqua e ammoniaca ed usando eventualmente, qualora questi ultimi si dimostrassero
insufficienti, anche alghicidi tipo Desogen o acqua ossigenata a 140 volumi.
Sono inoltre presenti a Nord, in alto, frammenti di intonaco decorato che probabilmente
delimitavano il quadrante dell'orologio.
Per questi si prevede il fissaggio dell'intonaco decorato con resina tipo Primal mescolata a
polvere di marmo; il fissaggio perimetrale dello stesso; la pulitura della pellicola pittorica e il
fissaggio della stessa mediante resine di tipo Paraloid B 72.
Per quanto riguarda le parti in pietra (angolari, basamento, cornicioni marcapiano e monofore
della cella sommitale vedi relazione riguardante lo stato di fatto e le metodologie di restauro
dei materiali lapidei. )
L'intonaco esterno attuale della chiesa è prevalentemente del tipo a sbriccio. Si trovano inoltre presenti all'esterno piccole quantità di superficie finite con un intonaco risalente al secolo XIX e sul prospetto Est, verso l'abitato di Tres, è pure presente nella parte alta del timpano un tipo di intonaco che, per caratteristiche, colore e coesione con la muratura potrebbe essere quello originario. L'intonaco esterno della chiesa, contrariamente a quello ben conservato del campanile, presenta dei distacchi diffusi su tutta la superficie e quantificabili percentualmente per circa il 60% della superficie totale intonacata. Tale fenomeno è causato probabilmente da una coesistenza di molti fattori degradanti uniti ad una scarsa qualità del materiale impiegato che ha accentuato la decoesione del substrato.
Nella parte in basso inoltre sono presenti lungo tutto il perimetro della chiesa notevoli superfici che presentano rinzaffi più o meno recenti, assenze, disaggregazioni. Inoltre l'umidità di risalita ha contribuito, anch'essa lungo tutto il perimetro della chiesa, al degrado dell'intonaco che raggiunge in alcuni punti, in corrispondenza dell'abside, un'altezza di circa 2 mt. provocando distacchi e sfarinamenti generati dalla saturazione dei sali solubili.
All'esterno dell'abside sono inoltre presenti degli affreschi leggibili solamente nella parte superiore pre i quali è previsto un intervento trattato a parte. (vedi relazione tecnica e documentazione sullo stato degli affreschi) Piccole tracce di intonaco decorato sono presenti anche sul lato Nord dell'edificio.
Riadagiamento: l'intonaco della chiesa, come detto precedentemente, presenta distacchi e sollevamenti diffusi rilevanti sia per gravità che per quantità di superficie interessata dal problema. L'intervento prevede il riadagiamento e fissaggio di queste superfici effettuato con iniezioni di una miscela composta da una resina acrilica tipo Primal AC 33 mescolata con polvere di marmo iniettata sottocrosta attraverso piccoli fori realizzati a distanza ravvicinata. I punti di iniezione saranno in seguito stuccati portati in tonalità con l'intonaco.
Deumidificazione, dessalazione e pulizia profonda: nella parte bassa, fino alla quota individuata dal limite superiore dell'umidità di risalita, lungo tutto il perimetro dell'edificio verrà eseguita, fatte salve alcune ridotte superfici indicate nelle tavole, la demolizione dell'intonaco degradato fino alla trama muraria. Verrà inoltre effettuata una pulitura profonda delle malte degradate negli interstizi tra una pietra e l'altra; successivamente verranno eliminati i sali solubili tramite abbondante bagnatura della muratura con soluzione acida e successiva lavatura con acqua.
Eseguite queste operazioni si procederà con la formazione di un intonaco in analogia all'esistente (per spessore, colore granulometria ecc.) steso con frattazzo di legno. Tale nuovo intonaco sarà formato da una miscela composta da malta pozzolanica e calce addizionata con prodotto osmotico tipo AEC putz 3000.
INTONACI INTERNI
All'interno gli intonaci si presentano alquanto degradati soprattutto nella parte bassa lungo la navata e sulla controfacciata. Numerosi rinzaffi di vario tipo sono presenti nella parte bassa. Il degrado dell'intonaco è provocato principalmente dall'umidità di risalita. Anche le infiltrazioni laterali hanno contribuito al degrado sulla controfacciata e nelle parti dove il livello del pavimento della chiesa è più basso della quota del terreno esterno. Altri danni sono riscontrabili sull'intonaco antico e sulle parti affrescate e sono stati causati dall'innesto della volta, dall'aggiunta della sagrestia, dall'apertura di nuovi fori, dall'impianto elettrico, dal fissaggio dei vetri ecc.
Deumidificazione, dessalazione e pulizia profonda : così come per l'esterno anche per l'interno si rende necessario risolvere il problema dell'umidità di risalita e dell'infiltrazione laterale tramite una deumidificazione, dessalazione e pulizia profonda. Questo intervento verrà effettuato nella parte bassa, fino alla quota individuata dal limite superiore dell'umidità di risalita. Lungo tutto il perimetro dell'edificio verrà eseguita la demolizione dell'intonaco degradato non affrescato, fino alla trama muraria. Verrà inoltre effettuata una pulitura profonda delle malte degradate negli interstizi tra una pietra e l'altra; successivamente verranno eliminati i sali solubili tramite abbondante bagnatura della muratura con soluzione acida e successiva lavatura con acqua.
Eseguite queste operazioni si procederà con la formazione di un intonaco neutro che si discosti dall'originale e dall'antico sia per gradazione di colore che per spessore. Tale nuovo intonaco sarà formato da una miscela composta da malta pozzolanica e calce addizionata con prodotto osmotico tipo AEC putz 3000. Le parti di affresco interessate dalle demolizioni verranno protette con carta giapponese applicata con Paraloid B72 sciolto in acetone.
La restante superficie intonacata non interessata dalle operazione sopra descritte è interessata comunque da problemi quali il sollevamento, la sporcizia, presenza di rinzaffi e rifacimenti più o meno recenti, stuccature, tracce di ossidazione di cavi di rame, fessurazioni superficiali, assenze ecc.
Per quanto riguarda i sollevamenti è previsto un riadagiamento e fissaggio dell'intonaco antico ed originario effettuato con una miscela di resina acrilica tipo Primal AC 33 mescolata con polvere di marmo.
I rinzaffi recenti, quelli dell'impianto elettrico, quelli eseguiti per il fissaggio dei vetri e le stuccature verranno rimossi e si procederà anche per queste superfici alla stesura di un intonaco neutro con le caratteristiche sopra descritte.
La restante parte di intonaco, compreso quello della volta è interessata da operazioni di pulitura e scialbatura. Tale scialbatura verrà effettuata con trattamento a latte di calce steso a pennello in più mani sino al raggiungimento di una tinta uniforme eventualmente corretta con terre naturali.
Anche per quanto riguarda i materiali lapidei interni vi è una relazione dettagliata a parte.
PAVIMENTAZIONI
La pavimentazione che risale al secolo scorso (1877) non abbisogna di alcun tipo di intervento se non quello di una semplice pulitura con acqua e ammoniaca per l'asportazione del sudiciume.
Per le parti di pavimentazione antica visibili sui lati della navata e costituite da pietra calcarea bianca e verde di Tres) si prevede, così come specificato nella relazione che riguarda le metodologie di restauro dei materiali lapidei, la pulitura mediante Pasta AB 57 e il fissaggio dei frammmenti distaccati mediante resina epossidica. Le connessure verranno sigillate con uno stucco composto da polvere di marmo, calce e Primal Ac 33.
La pavimentazione in legno riguarda una ridotta superficie dell'abside e parte della sagrestia. Essa è costituita da tavole in legno poggianti su nervature le quali essendo a diretto contatto con il terreno umido sottostante si sono degradate a tal punto da rendere necessaria la sostituzione. Tale operazione sarà eseguita mediante l'asportazione di tutto il materiale fatiscente e di uno strato di terreno tale da consentire la formazione di un massello di sottofondo con soprastante guaina su cui sarà realizzata la nuova pavimentazione in tavole di larice da 25 mm maschiate e poste su magatelli della stessa essenza. Seguirà un trattamento impregnante e protettivo del legno.
PARTI LIGNEE
le parti lignee costituiscono per questo edificio, come spesso accade, la parte
più colpita dal degrado e, in alcuni elementi o strutture, si presentano addirittura
fatiscenti. Inoltre sono visibili ancora oggi i danni provocati alle parti lignee della
chiesa (scale e piani del campanile, architrave interna della porta principale della
chiesa) dall'incendio che avvenne alla fine del XVIII secolo.
Sostituzione della grossa orditura:
La grossa orditura del tetto della navata risulta degradata per circa un 20%
mentre la restante parte si trova in un discreto stato di conservazione.
Particolarmente degradata è invece l'orditura principale del campanile mentre
quella dell'abside è in buono stato di conservazione. Per la copertura della navata
si prevede la sostituzione degli elementi degradati, che come detto corrispondono
a circa il 20% del totale, con analoghe travi in legno di larice di prima qualità a
sezione fuori cuore.
Sostituzione totale dell'assito e scandole: particolarmente degradato risulta essere l'assito e la soprastante copertura della chiesa (escluso il campanile) in scandole. Per l'assito e le scandole il progetto prevede la totale sostituzione di entrambi. L'attuale assito verrà rimosso e sostituito con tavole di larice da 25 mm fissate alla travatura principale mediante chiodi. Il nuovo manto sarà anch'esso, come l'attuale, in scandole di larice di prima qualità spaccate a mano, di lunghezza non inferiore a 45 cm. e poste in terza. Le mantovane e i colmi saranno anch'essi realizzati con le medesime scandole. Si prevede inoltre la messa in opera di paraneve costituiti da travetti in legno di larice di cm. 15x15 e fissati alla travatura principale con robusta carpenteria in ferro.
Cantoria: trattasi di una struttura lignea di scarso pregio artistico costituita da
una semplice struttura in travi di larice e da un pavimento in assito di abete.
Da un attento esame del manufatto si può facilmente desumere che essa è stata
ricostruita almeno una volta con modifiche rispetto all'originale (imposta di travi
tamponate ecc.). Lo stato di conservazione è alquanto scadente a causa di una
pesante infestazione di insetti xilofagi che hanno attaccato in particolare modo
il pavimento ed il parapetto. Per tale manufatto si propone lo smontaggio e la
ricostruzione uguale all'esistente mediante l'uso di travi e tavolato in larice.
Il legno sarà impregnato con sostanze protettive e, se possibile (accurata
ispezione in cantiere) si rimetterà in opera qualche trave della struttura portante
non intaccata dai tarli.
Sostituzione dei medioni e consolidamento del parapetto: la scala esterna di
accesso alla cantoria risulta pericolante non tanto per la struttura della scala
stessa quanto per il degrado dei due medioni che costituiscono l'ancoraggio
della scala e il pianerottolo. Dato il loro degrado si prevede di sostituire i medioni
stessi con nuove travi realizzate con la stessa essenza e lavorazione. Si rende
necessario anche il consolidamento del parapetto, attualmente pericolante,
mediante il rifacimento dei fissaggi e l'aggiunta di blocchetti in legno.
Costruzione di capriata in legno: tale capriata sostituisce gli attuali sostegni in cemento armato di costruzione assai recente visibili sul prospetto Nord. Come specificato nella parte riguardante le murature si è previsto un intervento di demolizione di questi due elementi che attualmente sostengono la banchina del tetto. Una capriata in legno di larice impregnato con mordente sostituirà la attuale struttura in calcestruzzo.
Costruzione di solai e scale per il campanile: attualmente il vano interno al campanile non è agibile in quanto risultano pressochè assenti sia solai intermedi tra la quota iniziale e la cella campanaria sia le scale di collegamento tra questi. Il progetto prevede, oltre che la rimozione dei pochi travetti combusti presenti, la costruzione dei solai e delle scale in modo da permettere l'accesso alla cella campanaria. I piani verranno costruiti in conformità all'esistente rispettandone, oltre che il materiale anche la tecnologia e le quote e, se possibile, verrà conservata qualche trave. Il tavolato soprastante le travi dei solai sarà costituito da tavole maschiate in abete dello spessore di 5 cm.
Per quanto riguarda la scala si tratta di una struttura mista in ferro e legno. Non avendo nessun elemento che permetta di sapere com'era la struttura e l'andamento della scala originale il progetto prevede una scala di forma a "U" che permetta un agevole collegamento tra i piani.
La scala vera e propria sarà eseguita esclusivamente in legno e mantenuta distante dalla muratura. L'uso dell'acciaio si limiterà agli attacchi e ancoraggio della struttura della scala nella muratura perimetrale.
Riparazione e tesatura del castello campanario: il castello campanario risulta essere in buono stato di conservazione e può quindi essere utilizzato così com'è fatta salva la tesatura dei tiranti in ferro e l'elinminazione dei cunei che lo collegano alla muratura nella parte alta in modo da evitare la pericolosa spinta orizzontale generata dalle campane. Si prevede un trattamento protettivo posato mediante l'applicazione di carbolimneo.
Pulizia e asportazione delle parti combuste: questa operazione verrà eseguita sulle due travi che costituiscono l'architrave interna della porta principale della chiesa. Attualmente il legno di questi due elementi presenta notevoli tracce di combustione che verrà rimossa fino ad arrivare al legno non combusto.
Elementi di arredo: Gli elementi di arredo consistono in 2 altari principali, due piccoli altari ai lati dell'arcosanto, il pulpito e i banchi. Per quanto riguarda lo stato di fatto, il degrado e le metodologie di intervento sugli altari e sul pulpito è allegata una relazione particolareggiata. Si propone i banchi una pulizia, stuccatura delle crepe e fissaggio di parti mobili.
Serramenti Porte
Porta principale: l'esterno di questa porta è in tavole di larice orizzontale borchiate
e si presenta in buono stato di conservazione. L'interno è costituito da tavole in
larice verticali de è datata 1891. Il portone è quindi sicuramente anteriore al 1891.
La porta è in buono stato di conservazione: si prevede quindi unicamente un
trattamento antiruggine delle parti in ferro ed uno antitarlo. All'interno inoltre sarà
effettuato un tassello di tamponamento dove era posizionata la vecchia serratura
ora scomparsa.
Porta laterale: l'esterno è in legno di larice lavorato a specchi e losanghe ed è
probabilmente di recente fattura. L'interno è invece in perline verticali in larice
tinteggiate scure. La porta è in buono stato di conservazione per cui si reputa
necessario intervenire all'esterno solo con un trattamento mentre per l'interno
si prevede la sostituzione delle perline in quanto si reputano inadeguate allo
stile della porta ed in generale dell'interno della chiesa.
Porta esterna accesso alla cantoria: è costituita all'esterno da tavole di larice probabilmente recuperate da un'altra porta e adattate a questa successivamente. Anche l'interno è in tavole di larice. La porta presenta problemi dovuti alla notevole presenza di tarli, soprattutto all'interno; sono inoltre presenti delle vistose riparazioni (interno in alto). L'intervento propone per questa porta la sostituzione totale del serramento con uno, sempre in legno di larice, come quello esistente.
Porta sagrestia: verso la chiesa il portoncino è lavorato a specchi in legno di noce in buono stato di conservazione. Si riscontra solamente la presenza di tarli in alcuni punti particolari. Verso la sagrestia la porta è in tavole di abete verticali anch'esse intaccate dal tarlo. Per questa porta si rende necessario un trattamento antitarlo e la lucidatura con cera d'api.
Porta accesso campanile: questa porta, di recente fattura, è in perline verticali di larice. Pur essendo in buono stato di conservazione il progetto ne prevede la sostituzione considerando il materiale e la fattura di questa porta, pur in buono stato di conservazione, inadeguati allo stile interno della chiesa tenuto anche conto che detta porta si trova sulla controfacciata in alto ed è visibile sia dalla navata che dall'abside. La nuova porta verso la chiesa sarà simile a quella della sagrestia e del pulpito.
Porta e scala di accesso al pulpito: la scala in legno di accesso al pulpito risulta particolarmente fatiscente e se ne prevede la sostituzione con un'analoga scala in legno di abete. La piccola porta di accesso al pulpito, visibile solo dalla sagrestia è costituita da tavole verticali in larice intaccate dal tarlo. Verso la chiesa la porta ha lo stesso disegno di quella della sagrestia. Per questa porta il progetto prevede un trattamento antitarlo e la lucidatura con cera d'api.