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Mulino Loc. Acque - Bresimo
Il mulino di Bresimo situato in località Acque" fa parte di un insieme di due opifici (mulino e fucina) la cui presenza documentata risale ai primi anni dell'Ottocento. La mancanza di documenti anticedenti tale data ci impedisce di valutare con certezza la loro esistenza in epoca precedente, ma la tipologia degli ingranaggi, caratterizzata da molti particolari in legno peraltro non riscontrabili in edifici simili, si fa pensare alla sicura esistenza del mulino in epoca settecentesca.
INTRODUZIONE SUL RESTAURO DELLE MACCHINE AD ACQUA
Le macchine ad acqua, ed in particolare mulini e fucine, risalgono senz'altro all'epoca romana. Il loro sistema di funzionamento, spiegato chiaramente da Vitruvio (M. Vitruvii Pollionis, "De Architectura. Libri Decem" Lib. X, Cap. X, pag. 217, Amstelodami, 1549), ha attraversato i secoli senza subire modificazioni sostanziali giungendo fino a noi praticamente intatto. Nella memoria di molte persone e' ancora presente l'epoca in cui queste macchine funzionavano e svolgevano un ruolo importante soprattutto fra le popolazioni di montagna.
L'avvento dell'energia elettrica ha purtroppo segnato il destino delle macchine ad acqua, consentendo alle persone che le sfruttavano di poter collocare i vari laboratori e officine nei centri abitati in più comode sedi che non lungo i torrenti.
Pochi anni di abbandono sono stati sufficienti a far scomparire centinaia di opifici con le loro macchine ricche di tradizione secolare e di una meccanica che, pur nell'apparente rozzezza, era perfettamente funzionante e ricca di particolari levigati dai secoli.
Oggi tentiamo di scrivere il ricordo dei mulini, delle fucine e delle segherie "ammucchiando" nei musei mute ruote, macine e magli e dimenticando che il vero valore di questi oggetti sta nell'essere funzionanti all'interno di un più complicato meccanismo. L'assordante rumore di un mulino ad acqua in funzione a pieno regime fa senz'altro parte di esso come qualsiasi altro reperto che può essere esposto nella sala di un museo.
Ricomporre un mulino ad acqua e' quindi una operazione di alto valore storiografico che restituisce, sia pur a livello museale, una realtà scomparsa nello stesso luogo in cui essa e' esistita e da ad essa la possibilità di funzionare restituendo al visitatore la stessa sensazione percepita dai fruitori di un tempo.
STATO ATTUALE
Il probabile smontaggio del tetto, in epoca recentissima, ha provocato il rapido degrado del manufatto che ora si trova allo stato di rudere. Il pulpito con i macchinari, in seguito ad alcuni tagli delle travi portanti eseguiti durante il furto del pestino a mole, ha ceduto sotto il peso delle macine schiacciando tutti i meccanismi che si trovavano all'interno.
Nonostante ciò e' stato possibile ricomporre graficamente i vari pezzi che potranno essere riprodotti recuperando tutta la ferramenta originale.
Dai ruderi ancora visibili e' stato possibile rilevare, con buona precisione, la pianta dell'edificio che e' costituita da due locali di forma irregolare uno dei quali, il più piccolo era la stalla mentre il più grande formava la sala di macinazione vera e propria. Le murature perimetrali sono costituite da pietrame di torrente legato con una blanda malta di calce e presentano uno spessore notevole soprattutto nella facciata prospiciente il canale di adduzione dell'acqua ed erano probabilmente prive di intonaco almeno nella parte esterna. Alla sommità delle murature si sono rilevate le tracce delle banchine del tetto le quali sono munite di tacche di incastri attraverso le quali si e' potuto ricomporre l'andamento delle orditure e la forma della copertura. Non e' invece stato possibile verificare con certezza la natura del manto di copertura in quanto completamente scomparso, ma proprio questa assenza di tracce unita a qualche ricordo diretto, fa presumere con buona approssimazione che il manto sia stato in scandole di legno. All'esterno e' ancora rilevabile il sistema di canalizzazione dell'acqua che dal torrente serviva dapprima una fucina (ora trasformata in una bucolica baita da fine settimana) quindi, attraverso un canale di terra, il nostro mulino per poi ritornare nel Barnes attraverso un fossato i cui argini sono formati da muretti in pietrame a secco. Attraverso i resti ormai marcescenti delle ruote a pale si è potuto ricavarne le loro dimensioni e gran parte della ferramenta di ammorsaggio e portata.
Purtroppo la parte di canale che dall'opera di presa arrivava al mulino e' stata interrata, trasformata in prato ed inglobata in una proprietà privata per cui in sede progettuale si dovrà provvedere ad una diversa strada per l'adduzione dell'acqua.
CANALE ADDUTTORE
L'adduzione idrica sarà realizzata mediante la captazione delle acque del torrente Barnes in corrispondenza di un'opera di presa esistente la quale sarà munita di apposite paratie supplementari in ferro per la ripartizione dell'acqua e di un primo pozzetto sghiaiatore dotato di scarico nel torrente per il materiale che si deposita sul fondo. La canalizzazione vera e propria sarà eseguita in tubo di cemento rotocompresso del diametro di 40 cm posto su letto di magrone di calcestruzzo. Ad ogni cambio di direzione del tubo sarà costruito un pozzetto di ispezione in cemento chiuso da una copertina pure in cemento.
In corrispondenza della proprietà comunale il tubo si interrompe ed il canale prosegue a vista; dapprima mediante un fosso in pietrame poi, ove esso si solleva da terra, mediante un canale in legno di larice. L'acqua in eccedenza sarà convogliata nel fosso di scarico ancora esistente per il ripristino del quale si prevede la ristrutturazione dei muri formanti le sponde. Nella prima parte ove il canale risulta interrato è prevista la sistemazione a prato.
OPERE MURARIE
MURATURE DIROCCATE
Da una attenta osservazione delle murature esistenti si e' potuto constatare che la gran parte di esse presenta un ammaloramento delle malte fra una pietra e l'altra per cui le zone interessate da questo fenomeno (particolarmente le zone sommitali) dovranno essere smontate e ricostruite con leganti più coerenti. Per il resto delle murature si prevede la fugatura profonda con malta di calce.
In alcune zone e' prevista anche la realizzazione di una sottofondazione che sarà realizzata con pietrame locale. Le parti mancanti saranno integrate per quanto possibile con pietrame ricavato dalla rimozione delle macerie mentre per quello in più si utilizzerà materiale analogo reperito in valle.
PAVIMENTAZIONI
Il pavimento interno al mulino un tempo era probabilmente in terra battuta per cui, secondo il criterio della ricomposizione rigorosa, dovrebbe essere cosi' riproposto. Motivi di ordine pratico inducono pero' alla realizzazione di un tipo di pavimentazione più adatta ad una manutenzione veloce ed alla difesa dei macchinari dall'umidita' del terreno. Si e' quindi scelto di realizzare un pavimento di piastre di porfido poste "a correre"le quali "staccano" notevolmente dal contesto. Sotto alla pavimentazione sarà posta una guaina impermeabile.
LAVORI DA CARPENTIERE E FALEGNAME
Il lavoro che il carpentiere ed il falegname rivestono nella ricostruzione del mulino e' di fondamentale importanza per la buona riuscita dell'intervento, per cui particolare attenzione dovrà essere posta nella scelta degli operatori e delle tecniche che essi dovranno adottare, nonché nella scelta dei materiali. Particolare attenzione sarà usata anche nel coordinamento del lavoro.
STRUTTURA TETTO E PARETI IN LEGNO
la struttura del tetto sarà formata da travi in legno di larice ben stagionato con soprastante tavolato fissato con chiodi, guaina impermeabilizzante e manto di copertura in scandole di larice a spacco di grandi dimensioni bloccate da travicelli in larice fissati con grossi massi reperiti sul posto. Per quanto riguarda le pareti esse saranno realizzate con travi di larice posti in opera con il metodo "blockbau". Particolare cura sarà data nella realizzazione degli incastri , delle pendenze e dei fori per i serramenti.
PULPITO
particolare importanza sarà data alla robustezza di questa struttura fondamentale che ha il compito di sopportare tutto lo sforzo generato dal peso delle macine e degli alberi delle ruote.
Tutti i meccanismi, sia in ferro che in legno, dovranno rispettare i modelli indicati nei particolari costruttivi.
SERRAMENTI
saranno eseguiti in legno di larice a semplice lavorazione con le porte costituite da tavole verticali e le finestre munite di sperello semplice e di robusta inferriata in ferro battuto.
OPERE IDRAULICHE
tutti i canali, le vasca di calma e ripartizione, le docce per le ruote saranno eseguite in legno di larice di qualità secondo le tecniche costruttive antiche cosi' come indicato nelle tavole dei particolari.
MACCHINARI ESTERNI
gli alberi delle ruote saranno eseguiti con un tronco di larice stagionato, di adeguata sezione, lavorato al tornio in modo che ruotino perfettamente sul loro asse quindi saranno inseriti i perni in ferro e le vere che andranno collocate in sede con la tecnica a fuoco. Le ruote saranno eseguite con il minor numero possibile di segmenti ricavati da tronchi di larice naturalmente curvi e segati seguendo la venatura in modo da non comprometterne la robustezza. Prima della posa in opera degli alberi dovrà essere realizzato
il lubecchio cosi come indicato nelle tavole di progetto. Particolare attenzione dovrà essere posta nella scelta dei legnami per la costruzione di quest'ultima ruota.
MACCHINARI INTERNI
L'operazione più delicata e che richiede particolare attenzione e perizia e' la realizzazione dei macchinari interni. In origine il mulino di Bresimo era dotato di due macine a palmenti (una per il grano ed una per il mais) e di un pestino a mole rotanti probabilmente inserito più tardi in sostituzione del pestino a pile più scomodo e rumoroso.
Nel progetto di ripristino del mulino si è tenuto conto di questo fatto e quindi nella ricostruzione le macchine saranno tre come in origine ma verrà eliminata una mola a palmenti per lasciare il posto al pestino a pile. In questo modo si completa la panoramica delle macchine per la macinatura anticamente presenti in valle. Per la ricostruzione delle macchine si utilizzeranno, per quanto possibile, i pezzi reperibili sul posto (ferramenta e pietre) mentre le parti mancanti saranno costruite ex novo secondo i particolari forniti nel progetto.